domenica 14 giugno 2015

L'angolo dei classici: LE AVVENTURE DI PINOCCHIO. STORIA DI UN BURRATTINO di Carlo Collodi


Grande classico della letteratura per ragazzi scritto da Carlo Collodi nel 1881 e pubblicato nel 1883. Naturalmente esistono moltissime edizioni, i cui prezzi non superano i 10€.


TRAMA: al falegname Geppetto viene regalato un pezzo di legno molto particolare, perchè ride e piange come un bambino, e decide di costruire un burattino da compagnia che gli farà fare molti soldi, Pinocchio. Questi, però, è magicamente in grado di parlare, camminare e muoversi come un bambino vero. Il povero falegname decide, allora, di avviarlo all'istruzione e vende la sua casacca per comprargli un abbecedario. Pinochhio, però, lo rivende per andare a vedere uno spettacolo dei suoi amici burattini, ma viene catturato dal temibile padrone della compagnia teatrale, Mangiafuoco, che prima decide di bruciarlo e poi, provando pietà per lui e per suo padre, lo lascia libero e gli regala anche 5 monete d'oro.
Sulla strada per ritornare a casa, Pinocchio incontra il Gatto e la Volpe, che lo convincono ad andare con loro nei Campo dei Miracoli, dove se si seppellisce una moneta, il giorno seguente spunta un albero pieno di monete d'oro. Il burattino, mentre è sulla strada per il campo magico, incontra due assassini, che lo derubano e lo impiccano ai rami di un albero. Fortunatamente la Fata Turchina lo trova, lo cura e gli strappa la promessa di non combinare più marachelle.
Pinocchio riprende allora la strada che aveva lasciato, dove incontra di nuovo il Gatto e la Volpe, che lo convincono a seppellire le sue monete nel Campo dei Miracoli, monete che il mattino seguente non troverà più.
Dopo essere stato 4 mesi in carcere, Pinocchio scopre che la Fata Turchina è morta e che suo padre, partito in mare per cercarlo, è stato inghiottito da un grosso pesce-cane. Il burattino, allora, si tuffa in acqua per cercarlo e raggiunge l'isola delle api industriose, dove incontra nuovamente la Fata Turchina, che si è finta morta per impartirgli una lezione.
Un altra serie di disavventure porterà Pinocchio nel Paese dei Balocchi, un luogo dove si gioca tutto il giorno e non si studia mai. Qui, insieme al suo compagno di scuola Lucignolo, discolo come lui, e a tutti gli altri bambini che giungevano, si trasforma in un asinello e viene venduto ad un circo. Durante uno spettacolo, però, si azzoppa e si ritrova da un conciatore che vuole trasformarlo in un tamburo. Riesce a scappare buttandosi in acqua, dove viene inghiottito dal grande pesce-cane, ritrovando nel suo ventre Geppetto e ricongiungendosi con lui. Insieme riescono a fuggire e Pinocchio salva suo padre portandolo fino alla costa. Ritornati in città, come ricompensa per i suoi buoni comportamenti, la Fata Turchina trasforma Pinocchio in un bambino in carne ed ossa.

LA MIA OPINIONE: chi non conosce Pinocchio, il piccolo burattino nato da un pezzo di legno, a cui cresce il naso quando dice bugie e che combina marachelle a non finire, fino a trasformarsi in un bambino vero?
Ammetto che è la prima volta che leggo la versione originale di questa famosissima fiaba, di cui conoscevo solo l'adattamento della Disney, molto riassuntivo. Infatti il Grillo Parlante, il Gatto e la Volpe, Geppetto, Mangiafuoco, la Fata Turchina e Lucignolo erano i soli personaggi a me noti, insieme a quelli secondari di Cleo e Figaro (il pesciolino e il gatto di Geppetto, che nella storia originale non compaiono) e a quello della Balena ( un grande pesce-cane nella versione di Collodi).
Leggendo il libro, invece, mi sono resa conto che la storia è molto più ampia e i personaggi che attraversano la vita di Pinocchio sono tantissimi, così come le sue marachelle. Il Grillo Parlante non è un personaggio molto presente e importante, la Fata Turchina è inizialmente una bambina e Mangiafuoco non è poi così cattivo.
E devo dire che ho preferito maggiormente il libro di Collodi rispetto alla versione Disney, perchè il primo è molto meno fiabesco, nonostante fantasia e realtà si mescolino continuamente, ed è inoltre più pungente e ironico, con una buona dose di crudeltà e cattiveria. Molto probabilmente un ritratto della società di fine Ottocento. Infatti, Collodi, inizialmente, non aveva concepito Le avventure di Pinocchio come un racconto per bambini, tanto che la primissima versione della storia terminava nel momento dell'impiccagione del burattino, che moriva a causa dei suoi numerosi errori. Essendo poi stato pubblicato a puntate su un quotidiano per ragazzi, ed essendo arrivate in redazione innumerevoli proteste per la triste fine di Pinocchio, il racconto venne prolungato, il burattino non conobbe più la morte e venne trasformato dalla Fata Turchina, infine, in un bambino in carne ed ossa.
Ed è così che una storia quasi satirica nei confronti della società Ottocentesca, rigida nell'educazione, nelle maniere e nell'istruzione, con un protagonista che si ribella continuamente a ciò che è giusto e corretto, diventa una bella fiaba per bambini, dove alla fine il burattino monello sceglie la giusta strada e diventa un bambino vero.
A me la storia è piaciuta, si legge in modo scorrevole e i personaggi reali e quelli fantasiosi si mescolano in modo così perfetto che non ci si annoia mai.
E poi è un grande classico che qualunque bambino conosce e che è un piacere leggere e riscoprire anche da grandi.

VOTO: 9
CONSIGLIEREI DI LEGGERLO: SI

DAL LIBRO: " C'era una volta...
                         - un re! - diranno i miei piccoli lettori.
                         No ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno".

" Non è detto che quello che fanno gli altri sia giusto, anche le pecore stanno in coda quando vanno al macello"

Nessun commento:

Posta un commento