domenica 13 settembre 2015

Saggistica: I TRE GIORNI DI POMPEI di Alberto Angela


Saggio di Alberto Angela edito da Rizzoli nel 2014. Le pagine sono 490 e il prezzo di copertina è di 20€


TRAMA: Il 24 ottobre del 79 d.C. sembra un venerdì qualsiasi a Pompei, una città abitata da circa dodicimila persone che, come innumerevoli altre nell’Impero, lavorano, vanno alle terme, fanno l’amore. Ma alle 13 dal vicino Vesuvius si sprigiona una quantità di energia pari a cinquantamila bombe atomiche e, in meno di venti ore, sotto un diluvio ustionante di ceneri e gas, Pompei è soffocata da sei metri di pomici, mentre la vicina Ercolano viene sepolta sotto venti metri di fanghi compatti. Migliaia di uomini e donne cercano di scappare, invocano gli dèi, ma trovano una morte orribile. E solo in epoca moderna saranno scoperti alcuni dei loro corpi, contorti nella disperazione della fuga. Dopo molti anni passati a studiare la zona vesuviana, con il supporto di archeologi e vulcanologi Alberto Angela ricostruisce come in presa diretta i giorni che ne segnarono il tragico destino.
Per farci respirare le atmosfere di quei momenti, individua alcuni personaggi storicamente esistiti – la ricca matrona Rectina, un cinico banchiere, un politico ambizioso… – e li segue passo dopo passo, in un percorso che si può fare ancora oggi, per strade, campagne, case o locali pubblici. In questo modo, non solo ci fa scorrere davanti agli occhi la vita quotidiana (prima) e la morte (poi) come in un film mozzafiato, ma dà anche nuove, illuminanti risposte a intriganti interrogativi: perché nessuno si era accorto di vivere alle pendici di un vulcano-killer? Come mai alcune eleganti domus erano diventate laboratori artigiani? E che cosa legava Plinio il Vecchio, naturalista e ammiraglio scomparso nella tragedia, all’affascinante Rectina?
Dettagliatissimo e aggiornato con gli studi più recenti, è un viaggio emozionante nel mondo antico, lo sconvolgente reportage di una tragedia, un libro unico che si legge come un romanzo e ha la profondità di un grande saggio. È il 79 d.C., benvenuti a Pompei.

LA MIA OPINIONE: La bellezza di questo saggio si basa sul fatto che i suoi "protagonisti" sono personaggi realmente esistiti e molti di essi morti proprio durante l'eruzione. Alberto Angela è poi fenomenale nel romanzare il tutto e nel rendere la storia di questa tragedia "veritiera", come se davvero fossimo nel 79 d.C. ad assistere alla distruzione di Pompei.
Non solo vengono descritte ora per ora le varie fasi dell'eruzione: prima, ovvero i segnali che la anticiparono, e dopo, con morte e distruzione ovunque, ma anche la vita quotidiana dei pompeiani, i loro usi, i loro costumi e le loro abitudini. Ad esempio vengono descritti i forni e, nel dettaglio, come si svolgevano le attività al loro interno, oppure l'interno delle case pompeiane: esse erano molto colorate, con pareti affrescate con mosaici. Il bianco, tanto usato nelle nostre dimore moderne, all'epoca di Pompei era, invece, simbolo di povertà.
Peccato non aver letto questo libro quando, da ragazzina, ho visitato più volte Pompei, senza rendermi conto della bellezza e della vita che si celava dietro quelle antiche rovine quando ancora costituivano una città vera e propria. Quando ci tornerò, perché ora ho tanta voglia di camminare di nuovo per le sue vie, mi soffermerò su ogni singolo edificio, su ogni resto e guarderò questa splendida città con occhi diversi: saprò che per quelle strade si sono consumati amori, delitti e tanta sofferenza provocata dal vulcano killer di cui tutti ignoravano l'esistenza.
Un libro che ho letto tutto d'un fiato, nonostante le tante pagine l'ho finito in pochi giorni: Alberto Angela, come sempre del resto, riesce a tenere incollati al testo grazie alla sua grande maestria nel fondere romanzo e saggio, storia ed emozioni.


DAL LIBRO: " Ma la costa che Rectina sta guardando ha qualcosa di molto diverso rispetto ad oggi. Proviamo ad avvicinarci al suo volto, fino a vedere il paesaggio del golfo che si riflette nei suoi occhi. Notiamo che c'è qualcosa di strano: i pini sulla costa ci sono, certo, il golfo pure..ma manca totalmente il.. Vesuvio! Ci voltiamo di scatto e guardiamo la costa che si estende da Napoli alla penisola sorrentina..Non si vede il vulcano! Ma come è possibile?
Perché il Vesuvio non c'era: la "vera" cartolina da Napoli di 2000 anni fa. Questa è la prima sorpresa che emerge se si studia con attenzione la geografia di allora: all'epoca di Pompei il Vesuvio infatti non era visibile come oggi. Per capire cosa vedeva un romano nel 79 d.C. dovete immaginare di prendere la classica "cartolina da Napoli" e cancellare il cono del Vesuvio. Così appariva la costa campana allora.
La seconda sorpresa (che è una conseguenza della prima) è che il vulcano che vedete oggi, così alto e minaccioso, non è il killer di Pompei. Anzi, a quel tempo non esisteva ancora! Contrariamente a quello che vi dicono guide, film, documentari, romanzi..Ma allora chi distrusse Pompei, Terzigno, Ercolano, Boscoreale, Oplontis e Stabia?
E' stato un altro vulcano, che si trovava nello stesso punto, ma molto più antico: il Somma. E lo avete visto tante volte senza rendervene conto: nella classica "cartolina da Napoli", infatti, il Vesuvio ha un "dentello" sulla sua sinistra. Se poteste alzarvi in volo vi accorgereste che quel dentello, in realtà, fa parte di un'ampia cresta circolare che gira intorno al Vesuvio attuale, "abbracciandolo" in buona parte. Ecco, quella mezzaluna è ciò che rimane del cratere dell'antico vulcano che c'era prima del Vesuvio.
Il suo condotto era ostruito da secoli. Ed è stato proprio lui ad aprirsi improvvisamente uccidendo migliaia di persone a Pompei e tutt'attorno alle sue pendici.
E il Vesuvio che vediamo oggi, quando comparve? Venne dopo: si innalzò esattamente al centro dell'antico cratere del Somma.
Fu proprio l'eruzione del 79 d.C. a dare inizio alla sua crescita. In questo senso il Vesuvio è figlio della tragedia di Pompei. Ma impiegò secoli a raggiungere le dimensioni attuali. In alcuni affreschi medievali che raffigurano San Gennaro con il Vesuvio alle spalle lo si vede ancora più piccolo del Somma.

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