domenica 29 marzo 2015

Saggistica: LIBRO DELLA CREAZIONE di Igor Sibaldi


Saggio dello scrittore e saggista italiano Igor Sibaldi, pubblicato nel 2011 dalla casa editrici Frassinelli. Le pagine sono 240 e costa 18,00 €.

TRAMA: La fede religiosa non basta a comprendere la Bibbia. Occorre piuttosto un ampliamento degli orizzonti per arrivare al cuore della Genesi, alla sua origine e al suo significato. E' un ampliamento appassionante, che include le rivoluzioni spirituali che scossero l'antico Egitto, la nascita della filosofia e anche un misterioso Oltremare che Platone chiamò Atlantide e che era in realtà un "passaggio a sud-est", una congiunzione tra Egitto, Grecia, Palestina e India. L'autore della Genesi è il punto di unione tra queste correnti profonde. Si dice che quell'autore fosse un principe esule e terrorista: Mosè. E Igor Sibaldi traduce e narra in modo nuovo, e con estrema precisione, la storia di come Mosè scoprì il suo Dio, le dinamiche della Creazione e quei potenti rituali iniziatici che furono la "costruzione" dell'Arca e il Diluvio. Dal testo ebraico della Genesi emergono elementi sorprendenti: i duelli tra la Divinità e la mente umana, l'evoluzione dell'adam (che non è semplicemente un uomo), la nascita di Eva (che non è una donna), la liberazione dall'Eden (che non è affatto un giardino di delizie), l'accesso alla dimensione della sapienza assoluta in cui Mosè guida affettuosamente i lettori. In questa sapienza si scorgono inoltre anticipazioni apparentemente inspiegabili: intuizioni sulla psiche, sulla materia e sull'energetica, che oggi, a tremila anni di distanza, ritornano nella nostra astrofisica, nella chimica, nella biologia, nella linguistica. In confronto alla Genesi, così ricostruita e restituita nella sua autenticità, le consuete credenze religiose sembrano superstizioni, spesso addirittura equivoci determinati da gravi ragioni, gravi traumi storici, da cui oggi è urgente liberarsi.

LA MIA OPINIONE: Igor Sibaldi parte dal libro della Genesi, asserendo che molte delle cose scritte in essa siano incomprensibili e che ai fedeli cristiani vada bene così. Nelle nostre grandi religioni, ad esempio, i fedeli imparano a sentirsi protetti e guidati da un unico Dio, benevolo, onnipotente e onnisciente. Nella Genesi invece hanno la meglio il Serpente, Caino, il Diluvio. Inoltre Dio è spesso nervoso e aggressivo.
Secondo l'autore, la Genesi è un libro difficile, in quanto gli esperti non riescono a spiegarla e i traduttori non riescono a tradurla bene. E non ci riescono perchè da molto tempo non lo si fa più, perchè si è abituati a credere, invece che a voler sapere.
E Sibaldi si cimenta nella traduzione del primo libro della Bibbia, analizzando e traducendo l'ebraico geroglifico, la lingua in cui è stato scritto. Questa era una lingua artificiale, costruita nei templi egizi da studiosi che la usavano per sè, per uso "interno", ed era costituita da un alfabeto di 22 lettere, tutte consonanti, che formavano un centinaio di nessi, chiamati radici, e le radici a loro volta formavano le parole, con l'aggiunta di una o più lettere, come nella maggioranza delle lingue mondiali. Ma la particolarità dell'ebraico geroglifico era che ciascuna delle 22 lettere indicava una precisa serie di concetti, e che queste 22 serie di concetti esprimevano altrettante strutture fondamentali del pensiero umano.
Igor Sibaldi, dunque, traduce la Genesi sul piano spirituale e mentale, e scopriremo, come già detto, che Adamo, Eva, l'Eden non erano persone o strutture vere, ma concetti mentali, psichici.
Il libro è interessantissimo anche se, devo dire, piuttosto "pesante" (come tutti i libri di Sibaldi, secondo me), nel senso che la lettura è poco scorrevole e fluida ma, visto il tema affrontato, l'autore ha sicuramente scelto l'approccio giusto, l'importante è leggerlo con calma e attenzione e tutto vi sarà chiaro. Alla fine della lettura avrete una visione diversa della religione cristiana e vi renderete conto di quanto la chiesa abbia alterato l'interpretazione della Bibbia.

VOTO: 8
CONSIGLIEREI DI LEGGERLO?: SI

DAL LIBRO: "L'ebraico antico era una lingua che gli ebrei non avevano mai persa, perchè non l'avevano mai veramente avuta".

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