giovedì 16 ottobre 2014

L'Angolo dei Classici: UNA VITA di Italo Svevo


Primo romanzo di Italo Svevo, pubblicato nel 1892. L'ho scaricato gratuitamente dal sito di Amazon, in versione ebook per leggerlo sul mio Kindle.

TRAMA: La storia narra la vita del giovane Alfonso Nitti dal momento in cui si trasferisce a Trieste dal suo paesino in campagna, per lavorare come impiegato di banca.
Oltre a raccontare la sua triste routine in banca e la convivenza con la famiglia presso la quale vive in affitto, la trama si concentra maggiormente sulla storia d'amore del protagonista con la figlia del suo datore di lavoro, Annette Muller, una ragazza apparentemente fredda e dura, che dopo mille difficoltà e tentativi riuscirà a conquistare. Di fronte alla prospettiva del matrimonio però Alfonso si rende conto di non amare veramente la ragazza e scappa ritornando nel suo villaggio. Da questo momento si scateneranno una serie di conseguenze che porteranno al tragico epilogo finale.

LA MIA OPINIONE: La storia in sè per sè mi è piaciuta, quello che proprio non ho sopportato è stato il carattere di Alfonso Nitti. Di solito mi immedesimo nei protagonisti di un racconto per cercare di capire la psicologia usata dagli autori nel momento in cui li hanno creati. In questo caso, il titolo oroginariamente dato da Italo Svevo alla sua opera, Un Inetto, mi pare assai più appropriato. Infatti l'idea che mi sono fatta di Alfonso è quella di un giovane ragazzo ancora immaturo che si innamora sempre di donne difficili da conquistare. Una volta conquistate però il suo amore per loro si dissolve e la paura delle responsabilità trionfa, portandolo a scappare. Il suo però è un animo buono, inquieto e nel contempo vigliacco e questo lo si evince dal finale della storia, coerente con il carattere di Alfonso.

VOTO: 7
CONSIGLIEREI DI LEGGERLO: SI

DAL LIBRO: " Quest'umore aveva aumentato la nostalgia di Alfonso, perchè è la gente triste che fa triste i luoghi".
" Chi non ha le ali necessarie quando nasce non gli crescono mai più. Chi non sa per natura piombare a tempo debito sulla preda non lo imparerà giammai e inutilmente starà a guardare come fanno gli altri, non li saprà imitare. si muore precisamente nello stato in cui si nasce, le mani organi per afferrare o anche inabili a tenere".

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