venerdì 3 luglio 2015

O.T. Viaggio nel Mistero: LA MISTERIOSA CRIPTA DELLE BARBADOS


A partire dal 1812, le isole caraibiche delle Barbados furono interessate da uno strano e misterioso fenomeno che iniziò a verificarsi all’interno di una cripta che ospitava le salme di una delle famiglie schiaviste del posto.

Tutto cominciò quando gli uomini che si accingevano a sistemare la bara dell’onorevole Thomas Chase dentro la camera sepolcrale si accorsero che una delle tre bare già presenti era rovesciata mentre un’altra appariva sottosopra in un angolo. La prima cosa a cui si pensò fu la profanazione della tomba da parte di vandali ma apparentemente non vi era nessun segno di manomissione. Nonostante lo sconcerto, le bare vennero sistemate e la cripta venne accuratamente chiusa.
Quattro anni dopo, in occasione della morte di un bambino di soli 11 mesi, Samuel Brewster Amos, la cripta venne riaperta e la situazione si ripresentò uguale alla precedente: tutte le tombe, compresa quella di Thomas Chase che a fatica 8 uomini erano riusciti a sistemare il giorno del suo funerale, erano in disordine. Anche questa volta, la camera sepolcrale venne sistemata e l’ingresso sigillato con attenzione.
Due mesi dopo, la cripta venne riaperta per l’ennesima volta per accogliere la salma di Samuel Brewster, ucciso durante una rivolta degli schiavi. In questo caso le condizioni del posto erano peggiorate in quanto oltre alle bare in disordine, quella della signora Thomazina Gottard, la prima ad essere sepolta nella cripta, sembrava avesse subito una violenza estrema. Per sistemare in parte la situazione, le assi di legno della bara erano state rimesse insieme con delle corde e la bara appoggiata ad una parete. Infine, le bare più piccole vennero sistemate su quelle grandi, dato lo spazio ridotto del posto, e la cripta chiusa e sigillata ancora.
Naturalmente questa strana storia aveva cominciato a fare il giro delle isole e la gente, che si interessò al misterioso fenomeno, arrivò alla conclusione che fossero stati gli schiavi negri, attraverso i loro riti voodoo, a provocare quel pandemonio nella cripta, per vendicarsi della crudeltà di quella famiglia.
Nel frattempo anche le autorità locali e la chiesa furono obbligati ad interessarsi della vicenda. Infatti il reverendo Thomas Ordersen e il magistrato perlustrarono a fondo la cripta ma le loro ricerche non ebbero nessun esito. Si pensò in un primo momento che la causa di tutto fossero infiltrazioni o inondazioni che avrebbero causato lo spostamento delle bare ma non furono mai trovate tracce d’acqua. Inoltre non c’erano passaggi segreti e le lastre di marmo dell’ingresso erano ogni volta perfettamente sigillate e quindi si potè anche escludere l’irruzione di vandali nella cripta. Il magistrato aveva anche dato ordine di lasciare uno spesso strato di sabbia sul pavimento così da poter verificare le eventuali impronte di chi si fosse furtivamente introdotto, tracce che ovviamente non vennero mai trovate.
Nel 1819 la tomba venne riaperta in occasione della morte di Thomazina Clarke e anche questa volta le bare erano spostate e in uno stato pietoso, tranne quella della signora Gottard tenuta ferma dalle funi. Anche questa volta si escluse l’inondazione, poiché fu ritenuto impossibile che l’acqua avesse spostato pesanti sarcofaghi di pietra e non una bara di legno (quella della Gottard).
L’ultima volta che la cripta venne aperta fu nel 1820 quando il governatore Combermere decise di perlustrarla nuovamente. Tutte le bare vennero trovate rovesciate e a questo punto si decise di spostarle tutte  in un'altra camera sepolcrale appositamente costruita e da quel giorno quel posto maledetto rimase completamente deserto.
A cosa fu dovuto questo fenomeno?
Molti autori e ricercatori dell’epoca si interessarono al caso ma non si arrivò mai ad una conclusione razionale e ancora oggi il mistero risulta irrisolto.
Le spiegazione più logiche furono quelle delle scosse di terremoto e delle inondazioni. Eventuali scosse di terremoto in grado di spostare sarcofaghi pesanti sarebbero però state sentite in tutta l’isola, cosa che non successe e di inondazioni, come già detto, non c’è nessuna traccia.
Artur Conan Doyle, che si interessò al caso, suggerì  che gli sconvolgimenti sarebbero stati provocati dagli influssi negativi degli schiavi negri che volevano vendicarsi di quella famiglia, proprio come pensava la maggior parte della popolazione delle isole.
Quindi si trattava di un voodoo in piena regola, messo in moto dall’azione di uno sciamano o di un mago, con lo scopo di assecondare la vendetta degli schiavi soggiogati da Chase e dalla sua famiglia. E anche se è un’ipotesi molto azzardata, resta ancora oggi l’unica più realistica.


Colin e Damon Wilson, Il Grande Libro dei Misteri irrisolti, 2000.

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