venerdì 4 settembre 2015

Autori Emergenti: LE COSE MIGLIORI di Valeria Pecora. Recensione.



Primo romanzo di Valeria Pecora, pubblicato da Lettere Animate Editore il 29 giugno 2015. Il prezzo dell'edizione digitale, l'unica al momento disponibile, è di 0,99€.


TRAMA: Una vita apparentemente tranquilla, serena, all'interno di una famiglia del ceto medio viene spazzata via dalla tragedia della malattia. La madre di Irene si ammala di Parkinson e questo evento cambierà il corso di tutte le loro esistenze, la sua e quella di tutta la sua famiglia. Il punto di rottura viene segnato dalla finale dei mondiali di calcio. L'8 luglio del 1990 è un'afosa giornata estiva che segnerà per sempre la sorte della protagonista. Nelle ore che precedono la partita più seguita al mondo Irene abbandonerà per sempre i panni dell'infanzia per vestire quelli dell'età adulta. La piccola cade, inciampa in un masso di cemento lasciato per dimenticanza sulla strada: un guidatore distratto che corre troppo, sua madre che viene sequestrata dalla prima avvisaglia della malattia..
Le Cose Migliori è un romanzo di formazione che celebra la crescita della protagonista Irene attraverso il percorso della malattia e dell'amore. Irene non è malata. Lei è figlia di "Parkinson". Sua madre viene condannata dalla sua malattia invalidante a una maternità zoppicante. Un romanzo che sta suscitando la curiosità e l'attenzione anche da parte di quelle associazioni che si occupano della lotta contro questa patologia.
Per la prima volta la voce narrante è un'altra. A parlare non è il malato che spesso pretende di diventare l'imperatore nella vita familiare, ma sono gli altri. Gli altri chi? I familiari, i sudditi che restano dietro le quinte ma che non vengono risparmiati dalla deflagrazione della comparsa di una malattia. E' un libro che scopre tutte le carte per affrontare le avversità della vita: i colori dell'amore, dell'amicizia e della solidarietà, il rispetto della natura. Diversi mondi si intrecciano nelle pagine: il tema scottante della precarietà lavorativa ed esistenziale, la disabilità, l'emozionante e complicato viaggio della maternità, l'amore come dolore e rinascita, come delusione e miracolo.

LA MIA OPINIONE: E' la prima volta che leggo un libro che parla dell'esperienza di un malato dal punto di vista non di quest'ultimo, ma da chi gli sta intorno, chi vive insieme a lui le sofferenze psicologiche e le difficoltà pratiche. In questo caso la voce narrante è Irene, una bambina che nel 1990, anno in cui sono comparsi i primi segnali della malattia di sua madre, aveva solo sette anni, ma che nel giro di poco tempo abbandonerà la spensieratezza e l'ingenuità dell'infanzia per diventare adulta.
Un libro intenso già dalle prime pagine e che non si sofferma solo sulla difficile esistenza di coloro che lottano e che affrontano insieme al malato la vita quotidiana, ma abbraccia anche altri temi importanti, come gli amori bugiardi o la disoccupazione. La vita, però, insegna che le cose belle, le cose migliori appunto, sono nascoste ovunque e prima o poi arrivano nella tua vita per cambiarla in meglio.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa quando, andando avanti nella lettura, ho scoperto che la storia percorre tutte le tappe importanti della vita della protagonista: la sua prima delusione d'amore, la sua precarietà lavorativa che la porterà a rimboccarsi le maniche per poter sopravvivere, ma, quando meno lo aspettava, ecco arrivare il grande amore, il lavoro e l'incontro con una persona speciale che porterà tanta saggezza e serenità nel suo cuore.
Valeria Pecora è bravissima nel descrivere situazioni, ambienti e personaggi con brevi frasi e non  lunghi periodi che di solito mi annoiano tanto. La storia è scorrevole e piacevole da leggere. Ammetto di essermi commossa in molte occasioni, soprattutto nel finale, quando i fili invisibili del destino hanno unito persone sconosciute. Mi sono immedesimata in Irene, mentre leggevo mi sembrava di provare le sue stesse emozioni, come quando ha scoperto il tradimento del suo primo ragazzo, sembra strano, ma ho sofferto con lei. L'autrice è stata abile anche in questo: è riuscita a farmi talmente immergermi nella storia che quasi mi sembrava vera, una sensazione che ho provato poche volte leggendo.
E poi, alcune situazioni qui descritte mi ricordano l'infanzia, profumi buoni, cose belle che guardavo con gli occhi da bambina. E Le Cose Migliori mi piace anche per questo, ha il sapore di cose buone, nonostante il dolore e i drammi.
Questa è la storia di una vita, con le sue gioie e le sue sofferenze; una storia che potrebbe essere di chiunque, ma è qui raccontata con intensità ed emozione e che farà appassionare e commuovere tutti quelli che avranno la fortuna di leggere questa piccola perla.


DAL LIBRO: " La guardo in volto ma non la riconosco più, non so chi è. E' una maschera di paura. Io di lei conosco solo la Dea madre, il suo seno è il mio nido, la notte affondo la mia bocca sul suo collo, voglio il suo calore. Non l'ho mai più provata la sensazione che nessuno mi avrebbe mai fatta piangere. Dopo di lei, nessuno mi ha mai protetta così.
Mia madre mi prepara la pasta, mi taglia la carne, mi rimbocca le coperte, mi pulisce le ginocchia che si riempiono di polvere quando cado dalla bici o corro troppo. Maria mi stacca dalle sue gambe quando ho molta paura, sembro un cane talmente è grande la forza con cui l'afferro. Mi solleva, mi guarda negli occhi e mi dice: "Va tutto bene".

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